Necessario ripensare tale scelta
È ufficiale, l’aeroporto di Milano Malpensa, il secondo per traffico passeggeri in Italia dopo Fiumicino, è stato ufficialmente intitolato a Silvio Berlusconi. Una notizia anticipata nei giorni scorsi, discussa e contestata.
Una scelta discutibile da ogni punto di vista, dalla scelta della personalità, che non riteniamo meritevole di tale celebrazione visti i suoi trascorsi e per le gravissime condanne giudiziarie che pesano sulla sua memoria, che lo rendono una figura ancora fortemente divisiva per gli italiani, nonché per le modalità con cui è stata imposta tale scelta.
I luoghi pubblici, infatti, dovrebbero essere intitolati a personalità che hanno dato lustro alla nazione nell’ambito della cultura, dell’arte, della scienza, o che hanno attinenza specifica con le funzioni e gli uffici pubblici interessati.
L’eccezione di Sandro Pertini, cui è dedicato l’aeroporto di Torino, riguarda il Presidente della Repubblica più amato dagli italiani, che ha speso la sua intera vita nella lotta antifascista, a tutela della libertà e della democrazia.
La scelta, invece, di intitolare un aeroporto a Silvio Berlusconi non darà una bella immagine del nostro Paese agli occhi del mondo.
Oltre a ciò, risulta estremamente discutibile anche il proprio il modo di agire d’urgenza e di imperio adottato dal Ministro dei Trasporti Salvini.
SEA, la società che gestisce l’aeroporto, non sarebbe stata consultata, così come le altre parti coinvolte: l’intitolazione è stata stabilita da un’ordinanza di Enac, con effetto immediato. Nemmeno son stati rispettati i tempi: canonicamente, prima di intitolare un luogo pubblico a una personalità, dovrebbero essere trascorsi almeno 10 anni.
Da più lati si sono levate proteste e polemiche su tale operazione che a nostro giudizio, al di là della dubbia e discutibile scelta, rivela in ogni caso un modo di procedere impostato all’imposizione e non alla condivisione, che non possiamo accettare. Sottrarsi al confronto, imponendo le proprie scelte, manifesta uno scarso rispetto dei principi democratici, oltre che una certa debolezza.
Per questo ci uniamo alle voci di quanti chiedono ragione di tale scelta, ma soprattutto della spregiudicatezza con cui è stata assunta.