Sono molti i casi di speculazione e anomalia che, purtroppo, abbiamo dovuto affrontare nel corso di questa pandemia. Finora, però, ci eravamo imbattuti in forme di sciacallaggio che facevano leva sulla paura, oggi ci troviamo di fronte a chi specula sul dolore.
Abbiamo ricevuto, infatti, una richiesta di aiuto da parte di alcune famiglie che ha perso i propri cari a causa del coronavirus, in provincia di Milano, in Brianza e in provincia di Cremona. Dopo giorni pieni di dolore e di ansia, i familiari sono stati contattati dall’impresa di pompe funebri che chiede in più di un caso un importo di circa €4.000 per far avere loro l’urna cineraria e poter procedere alla sepoltura, dopo che non hanno potuto decidere alcunché sugli spostamenti della salma, né tantomeno poter effettuare un momento di commiato.
Sembrerebbe, infatti, che sia stata loro addebitata una tariffa giornaliera (di circa €200 al giorno) per i giorni in cui la salma era ospitata presso una struttura in Emilia Romagna (non è dato a sapersi il luogo), in attesa della cremazione.
Sono vicende inverosimili e vergognose, che ci auguriamo sia frutto di un errore, che comunque approfondiremo per capire di chi sono le responsabilità.
“Nelle aree di Bergamo e del confine con il Piemonte, – afferma Natale Carapellese, (Presidente regionale di Federconsumatori Lombardia) – ci risulta che i costi richiesti alle famiglie dei defunti siano notevolmente inferiori, anche per le cremazioni avvenute fuori provincia o fuori regione e corrispondono ad un tariffario equo e sostenibile”.
“Ci auguriamo, pertanto, si tratti di pochi casi isolati. Se così non fosse invitiamo le famiglie coinvolte a segnalarcelo contattando i nostri numeri telefonici oppure inviando una mail, li assisteremo con discrezione e rispetto, per fare in modo che al dolore provato non si debba aggiungere anche la rabbia”.
“Chiediamo, infine, – conclude Carapellese – al Governo della Lombardia, alle istituzioni locali delle aree in cui il fenomeno di mortalità è più elevato, di controllare con attenzione che nel proprio territorio non si verifichino atti simili, che non sia permesso a nessuna struttura di chiedere compensi per lo stazionamento delle salme, di cui dovrà farsi carico il Comune di riferimento”.