In questi giorni ai titolari degli abbonamenti PLUS di Dazn è stato notificato l’aumento del canone a partire dal mese di agosto. L’incremento è tutt’altro che irrisorio: dagli attuali 539 euro a 599 euro l’anno per chi paga in un’unica soluzione, mentre per quanti abbiano optato per la rateizzazione si passerà da 49,99 euro a 59,99 euro al mese per 12 rate. Una modifica che segue solo di pochi mesi gli aumenti già applicati a gennaio scorso, quando i costi dei piani sono stati incrementati rispetto al 2023. Comprensibilmente, siti web, blog e social network sono stati inondati da post di protesta da parte dei clienti e anche le nostre sedi nel giro di poche ore sono state hanno ricevuto un notevole numero di segnalazioni al riguardo.
Alcuni anni fa DAZN ha fatto irruzione nel mondo dello streaming aggiudicandosi i diritti di trasmissione delle partite della serie A di calcio, mostrando però prima una importante inadeguatezza sotto il profilo tecnico che spesso ha impedito la effettiva fruizione dei servizi (in molti ricorderanno l’imponente volume di disservizi verificatisi nei primi mesi di attività della piattaforma, che si sono periodicamente ripresentati anche seguito e a distanza di tempo) e poi adottando scelte commerciali da cui è emersa, di fatto, una totale noncuranza nei confronti delle esigenze degli utenti. Come abbiamo sottolineato più volte, non ci stupisce certo che un colosso dello streaming agisca in base a logiche di profitto ma le decisioni assunte dalla società, compresa quella di questi ultimi giorni, configurano l’abuso di una posizione di forza derivante dalla sostanziale mancanza di alternative sul mercato.
Se da una parte, ovviamente, Dazn ha la facoltà di commercializzare la propria offerta ai prezzi che ritiene più opportuni, è anche vero che l’applicazione di aumenti ripetuti, peraltro a breve distanza l’uno dall’altro, rappresenta una vera e propria speculazione a danno dell’utenza. Come Federconsumatori riteniamo inaccettabile tale comportamento e stiamo pertanto trasmettendo una segnalazione per abuso di posizione dominante all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato nonché all’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni.
Ricordiamo comunque che in queste circostanze il cliente ha diritto a recedere senza penali né costi di disattivazione entro 60 giorni dalla data della comunicazione e che per informazioni e assistenza è possibile rivolgersi ad una delle sedi Federconsumatori presenti su tutto il territorio nazionale.