A febbraio l’inflazione si attesta a quota +0,8% sull’anno, e +0,1% sul mese precedente. Decisamente più marcata la crescita dei prezzi relativi al carrello della spesa che cresce del 3,4%.
Un andamento piuttosto stabile, che in ogni caso continua determinare importanti e pesanti ricadute per le famiglie: secondo le stime dell’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori, con l’inflazione a questi livelli le ricadute per una famiglia media ammontano, in termini annui, a +252,00 euro.
Ricadute che colpiscono in maniera significativa il potere di acquisto delle famiglie, specialmente quelle a basso reddito, costrette a rinunce e sacrifici per arrivare a fine mese, che intaccano persino i consumi alimentari, a partire da una riduzione di oltre il -16% del consumo di carne e pesce e da un ricorso sempre più massiccio a discount, offerte e prodotti “last minute”.
Di fronte a tale andamento continuiamo a sostenere la necessità che il Governo non abbassi la guardia: in questa fase è ancora prematuro e rappresenta un grave errore.
Al contrario, è necessaria l’adozione di provvedimenti mirati, per ridare ossigeno alle famiglie e sostenere la domanda interna, attraverso:
- Una riforma delle aliquote Iva sui generi di largo consumo (che consentirebbe alle famiglie di risparmiare oltre 531,57 euro annui), provvedimento che va accompagnato da misure sanzionatorie di controllo.
- La creazione di un Fondo di contrasto alla povertà energetica.
- Azioni di contrasto alle disuguaglianze, che passino per il rinnovo dei contratti, una giusta rivalutazione delle pensioni, la resa strutturale del taglio del cuneo fiscale e una riforma fiscale equa, davvero tesa a sostenere i redditi medio-bassi e non ad agevolare quelli più elevati.
Le risorse per finanziare le misure appena descritte possono (e devono) essere reperite attraverso una adeguata tassazione degli extraprofitti e un aumento della tassazione sulle transazioni finanziarie; nonché attraverso un serio piano di contrasto all’evasione e all’elusione fiscale.