Nonostante i prezzi che non arrestano la loro corsa, nonostante i conflitti in atto, con le tensioni e le incertezze che alimentano e nonostante l’abolizione del mercato tutelato del gas e (a luglio) anche quello dell’energia, con conseguenti complicazioni e aumenti, secondo l’Istat la fiducia delle famiglie è in crescita.
È importante notare, nell’analisi condotta dall’Istat, che le opinioni circa la situazione economica generale, non a caso, peggiorano (passando da 103,1 a 102). Si registra in calo, inoltre, la fiducia delle imprese.
I dati, se letti con attenzione, non sono certo incoraggianti e testimoniano la situazione di difficoltà che ancora molte famiglie stanno vivendo. Il nostro Osservatorio Nazionale continua a registrare sacrifici e rinunce sul fronte dei consumi: con una riduzione del consumo di carne e pesce (-16,9%, con uno spostamento anche verso il consumo di tagli e qualità meno costosi e meno pregiati); una ricerca sempre più assidua di offerte, sconti, acquisti di prodotti prossimi alla scadenza (abitudine adottata dal 49% dei cittadini); un aumento degli acquisti presso i discount (+11,9%).
Si tratta di segnali che non possono essere sottovalutati e a cui è sempre più urgente che il Governo fornisca delle risposte, adottando misure ed azioni che da tempo suggeriamo:
- Disporre una revisione generale delle aliquote IVA sui beni e sui servizi che potrebbe portare, secondo le stime dell’Osservatorio Nazionale Federconsumatori a un risparmio di 531,57 euro annui a famiglia. Contestualmente, disporre opportuni controlli e verifiche per far sì che tali benefici non vengano vanificati dalle speculazioni (come avvenuto per l’IVA su pannolini, prodotti per l’infanzia ed assorbenti);
- Mettere in atto l’attesa e improrogabile riforma delle accise e degli oneri di sistema sui beni energetici e carburanti;
- Creare un Fondo di contrasto alla povertà energetica (fenomeno in allarmante crescita nel nostro Paese);
- Azioni di contrasto alle disuguaglianze, che passino, per il rinnovo dei contratti, una giusta rivalutazione delle pensioni, la resa strutturale del taglio del cuneo fiscale e una riforma fiscale equa, davvero tesa a sostenere i redditi medio-bassi e non ad agevolare quelli più elevati.
Per avviare queste misure fondamentali le risorse possono essere attinte da una più attenta e attiva azione di contrasto all’evasione e all’elusione fiscale, dall’introduzione di una tassazione strutturale progressiva sugli extraprofitti delle imprese (dal settore energetico a quello farmaceutico) e dall’incremento di forme di tassazione sulle transazioni finanziarie.