La vicenda del mancato rinnovo della convenzione tra Ministero dell’istruzione e ANPI, assume tratti sempre più grotteschi e paradossali.
Bocciate le giustificazioni, un po’ goffe, del Ministro, che si appella alla facoltà di sottoscrivere accordi con diverse organizzazioni partigiane, tranquillizzando, sotto forma di derisione, coloro che secondo lui sono “professionisti della polemica”. Non è questione di monopolio, ma di rappresentanza. È legittimo sottoscrivere accordi con tutte le organizzazioni che portano avanti i valori della Resistenza, purché si faccia, tenendo conto anche dell’esperienza ultradecennale maturata dall’ANPI in questo senso. Associazione che, in nome dell’antifascismo, già accoglie tra le sue fila rappresentanti di diversi orientamenti politici.
Riteniamo fondamentale, nell’interesse della qualità formativa del nostro sistema scolastico e nell’interesse della democrazia, che si prosegua questo importante percorso di incontri e dibattiti nelle scuole con la partecipazione di partigiani, storici e costituzionalisti per parlare di Resistenza, antifascismo e Costituzione.
I princìpi della Resistenza sono quelli su cui si fonda la nostra Repubblica e su cui è stata redatta la Costituzione: il sistema scolastico pubblico deve assicurare agli studenti un’istruzione completa sotto il profilo culturale e civico, in particolare per quanto riguarda quei pilastri valoriali che hanno consentito al Paese di superare uno dei periodi più bui della propria storia e di raggiungere, finalmente, un regime democratico. È fondamentale che i ragazzi comprendano a fondo le dinamiche di quel delicato e determinante periodo storico, discutendone e confrontandosi con chi le ha studiate e vissute.
Il Ministero dell’Istruzione, in tal senso, è chiamato ora, ad anno scolastico già avviato, a sopperire rapidamente al suo lungo silenzio e a colmare questa gravissima “svista” che, dato il clima politico, è stata facilmente interpretata come un preoccupante e intollerabile segnale di oscurantismo e revisionismo.